Ripartire dalla lentezza

Un'idea di sviluppo economico, sociale e culturale

La proposta di VENTO è semplice: viaggiare in bici per oltre 700km! È il progetto di un viaggio aperto a tutti e per tutti. Un viaggio che non è solo e semplicemente una proposta turistica. È un’idea di sviluppo economico, sociale e culturale immaginato soprattutto per rianimare dei luoghi bellissimi ma fragili del nostro Paese.

Un viaggio per tutti

Il progetto di una ciclovia sembra essere, per sua stessa natura, destinato a sportivi e amanti della bicicletta. Eppure VENTO, sulla scorta delle grandi ciclovie europee, attraversando la vasta Pianura Padana, gli argini del fiume Po e dei suoi affluenti, propone un viaggio aperto a tutti: giovani e meno giovani, gruppi di amici e famiglie con bambini, ciclisti e camminatori, atleti e semplici amatori dell’aria aperta…

Nessuno nasce cicloturista, ma tutti noi nasciamo viaggiatori. Tutti, con un innato desiderio di scoprire e muoverci oltre quello che già conosciamo ed esperiamo nella nostra vita quotidiana. Una ciclovia come VENTO apre la possibilità del viaggio a chiunque voglia vivere in libertà la sua esperienza di territorio.

In libertà perché si può scegliere con chi condividere i chilometri, se stare da soli e programmare in autonomia le proprie tappe o in gruppi organizzati con una guida. Perché si può scegliere dove andare, se fermarsi in un centro storico intravisto dall’argine del Po o se deviare dal percorso principale e scoprire le colline del Monferrato. Perché si può scegliere come muoversi, in bici o a piedi, a cavallo o in canoa. È bello ricordare che per alcuni chilometri il tracciato di VENTO è un tutt’uno con la Via Francigena e il Cammino di Sant’Antonio: in quei chilometri il cicloturista diventa un pellegrino.

Questa idea di viaggio non ha categorie di utenti predefiniti. Non è un prodotto turistico per una nicchia di consumatori. È un viaggio aperto a tutti capace di regalare un’esperienza anche a chi non si sposta lungo la ciclovia: il viaggiare lento che VENTO propone lascia spazio anche alla relazione tra chi si muove, il “cicloturista”, e chi sta fermo, coloro che abitano i luoghi attraversati.

Pileri P. (2018), VENTO senza barriere, una ciclabile per tutti, in Rabitti A. (a cura di), La città senza barriere, Corsiero, p. 180 - 185, ISBN: 9788832116014

Più indotto più lavoro

Il progetto di una ciclovia è prima di tutto un progetto di sviluppo economico. Questo è chiaro in Europa, dove le ciclabili turistiche generano indotti che oscillano tra i 100.000 e i 300.000 € all’anno per km, mantenendo circa 4/5 posti di lavoro per ogni km di infrastruttura. Non è ancora chiaro in Italia, nonostante il potenziale del cicloturismo nel nostro Paese venga stimato in 3,2 miliardi di euro all’anno (European House-Ambrosetti, 2014).

Il turismo è da sempre un’occasione di crescita economica. Ristoranti, bar, osterie, alberghi, ostelli, B&B e negozi godono della presenza di turisti, “residenti temporanei” con necessità specifiche e una disponibilità a spendere maggiore di quella degli abitanti del luogo. Non sorprende che anche una particolare forma di turismo, quello innescato lungo una ciclovia o un cammino, possa rappresentare un’occasione di rilancio economico per i territori attraversati. L’indotto generato da una ciclovia ha però delle differenze rispetto a quello di una qualsiasi altra attività turistica.

È diverso nella distribuzione dei benefici, diffusi e capillari nei territori e non concentrati nell’area della singola attrazione turistica. Il cicloturismo è un viaggio che permette di muoversi attraverso i luoghi e non da un luogo all’altro. I benefici economici non ricadono quindi solo sui punti di partenza e arrivo, ma lungo tutto il percorso.

È diverso per i luoghi in cui questa economia si deposita, che non sono rinomate mete turistiche, ma piuttosto territori oggi ritenuti marginali e poco conosciuti.

È diverso nel tipo di “consumo” che il cicloturista fa dei luoghi. Chi decide di intraprendere questo tipo di viaggio è alla ricerca di un’esperienza autentica del territorio, dei suoi prodotti, dei suoi sapori, del suo artigianato. Tutto questo innesca filiere virtuose di produzioni locali in cui si creano o mantengono altri posti di lavoro non direttamente connessi al settore turistico.

Pileri P., Giacomel A. e Giudici D. (2015), E se il cicloturismo fosse un progetto di paesaggio e lavoro per i nostri territori? Il caso VENTO, in AA. VV., Atti della XVIII Conferenza Nazionale SIU. Italia '45-'45. Radici, Condizioni, Prospettive, Venezia 11-13 giugno 2015, Planum Publisher, Roma Milano 2015, pp. 278-310

Pileri P. (2013), Pedali e green jobs. Infrastrutture cicloturistiche leggere per generare occupazione con i beni comuni più importanti che abbiamo: ambiente e paesaggio. Il caso VENTO: VENezia- TOrino in bicicletta, in AA.VV., “L’occupazione verde nelle regioni Obiettivo Convergenza 2007-2013: stato dell’arte e prospettive”, Ministero dell’Ambiente, Roma, p. 113-124

Il margine al centro

VENTO…la ciclovia che unisce VENezia a TOrino. Passando attraverso quale Italia? L’Italia dei piccoli borghi e delle cittadine, della pianura e delle zone rurali lungo il fiume Po. Un’Italia in cui siamo abituati a riconoscere il margine del grande sviluppo metropolitano. Perché VENTO attraversa proprio questa Italia?

VENTO nasce in risposta a una questione grande che l’Italia, e non solo, sta vivendo ormai da tempo. Cosa fare dei piccoli comuni, delle aree rurali, delle città medie, delle frazioni che stanno morendo, colpite da un’emorragia continua e apparentemente inarrestabile di giovani, lavoro ed energie? La questione è grande perché si tratta di un fenomeno complesso, difficile da interpretare e affrontare, e diffuso capillarmente nel Paese. Da Nord a Sud, dagli Appennini alle pianure, l’Italia, che è polverizzata in migliaia di piccoli comuni, si sta svuotando di abitanti e idee…

VENTO è un’idea, una proposta nata per attraversare proprio queste aree lasciate al margine e in grave crisi di abbandono. Ecco perché il tracciato di VENTO intreccia 73 piccoli comuni e oltre 100 località: per diventare la porta di accesso a questi territori bellissimi, ma fragili perché dimenticati e svuotati della loro centralità.

Una ciclovia può essere un mezzo abilitante per rianimare questi luoghi, rendendoli accessibili e fruibili da tutti, innescando economie, occupazione, cultura, entusiasmo, idee…

Pileri P., Moscarelli R. (2019) (a cura di), Cycling & Walking for regional development - How slow tourism infrastructure can regenerate marginalised areas. Springer, ISBN 978-3-030-44002-2

Pileri P. (2017), Pedali, cultura e paesaggio: una combinazione unica per la rianimazione dei territori interni, in Il giornale delle fondazioni, vol. 9, p. 1-2, ISSN: 2421-2466


Temi

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Ripartire dalla lentezza

Un'idea di sviluppo economico, sociale e culturale

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Una ciclovia è un'infrastruttura

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Ricucire la bellezza

Acqua, natura, cultura, gusto

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Le tante geografie del Po

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